domenica 1 maggio 2016

Come se fosse eterna...

LA MIA CASA

La mia casa è a Lisbona
a metà di una collina
dove l'aria è sempre buona
in una piccola stradina che si inerpica
guidata da rotaie
che spariscono ogni curva
e resistono alla furba ammaliazione del progresso
che qui tanto non disturba neanche adesso
Questione di contesto e di cultura
La mia casa è una finestra in miniatura
e dopo i tetti in lontananza, il mare aperto
 La mia casa è a Marrakech
In quella piazza sgangherata
Così bella da sembrare una pittura
Così forte da restarti appiccicata
Pure essendo totalmente priva di una architettura
E questa cosa mai nessuno l'ha spiegata
Che quella piazza lì non è fatta di niente
Solo di polvere e di musica, e di gente colorata
 Casa mia è là, e c'è sempre stata
 La mia casa è in un ostello di Berlino
Chiaramente riadattato come tutto in questo splendido casino organizzato
Dove niente è come sembra
O perlomeno niente è più com'era stato
E tutto quanto intorno me lo insegna
Che il passato che è già stato fatto a pezzi come un muro
Qualcosa ne è rimasto per orgoglio tutto il resto invece
è proiettato nel futuro
Se poi verrà il momento in cui ci vuole il sole
E un vento che ti chiama
Casa mia sarà una cava a Favignana
Tra due ali di farfalla
 Una bianca come il tufo e dolce
Quasi come l'altra è dura e gialla
 La mia casa è Camden Town
e la Londra dei canali
Dei mercati sempre pieni
Degli inglesi sempre strani
Dei vinili che nascondono tesori mai sentiti
La mia casa allora affaccia sul Tamigi
E forse è molto più lontana
in cima agli scalini di Teotihuacan
Forse casa mia è a Parigi
 Tra la Bastiglia e il Bataclan
Si casa mia è a Parigi
Tra la Bastiglia e Notre-Dame
 Perché ho amato mille volte
E mille volte ho cominciato
E ho lasciato mille pezzi del mio cuore
Sul sagrato delle chiese
Nel cortile abbandonato
di un compound sud-sudanese
 Sul tettuoso muro a secco gallurese
Su di un ponte chilometrico di Istanbul magnifica e geniale
Che riesce a trasformare il mare in fiume e viceversa
Il fiume in mare 
Nella mia casa è tutta Roma
Perché è qui che sono nato
In mezzo ai preti, i gladiatori, gli avvocati, i senatori, i tassinari, gli impiegati, le bariste, gli artigiani, i rigattieri, i poliziotti, i cravattari, le puttane
E le duemila fontanelle per le strade
Dove l'acqua scorre sempre e non si ferma
Come se l'acqua fosse Roma
Come se fosse eterna
Come se l'acqua fosse Roma
Come se fosse eterna

venerdì 18 settembre 2015

Presenza/Assenza


Senza volerlo le tornarono in mente tante scene che aveva vissuto al fianco dell'uomo che amava, o lontano da lui, che poi era la stessa cosa, lo era da un sacco di tempo.
Di solito cercava di non pensarci. Ma lì le tornarono in mente, e in particolare si ricordò di una delle ultime volte in cui si erano lasciati e di quello che aveva capito in quell'istante -era seduta al tavolino di un caffè, e lui se n'era appena andato.
Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio.
A. Baricco Tre volte all'alba
 
 
 

mercoledì 30 luglio 2014

Persi o ritrovati?

 L'arte di perdere

L'arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall'intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.
Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell'ora sprecata.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.
Ho perduto l'orologio di mia madre.
E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. 
È evidente, l'arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro.
 
Elizabeth Bishop
 


domenica 29 giugno 2014

Cambio...

Il Futuro

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.


El Futuro

Y sé muy bien que no estarás.
No estarás en la calle,
en el murmullo que brota de noche
de los postes de alumbrado,
ni en el gesto de elegir el menú,
ni en la sonrisa que alivia
los completos de los subtes,
ni en los libros prestados
ni en el hasta mañana.
No estarás en mis sueños,
en el destino original
de mis palabras,
ni en una cifra telefónica estarás
o en el color de un par de guantes
o una blusa.
Me enojaré amor mío,
sin que sea por ti,
y compraré bombones
pero no para ti,
me pararé en la esquina
a la que no vendrás,
y diré las palabras que se dicen
y comeré las cosas que se comen
y soñaré las cosas que se sueñan
y sé muy bien que no estarás,
ni aquí adentro, la cárcel
donde aún te retengo,
ni allí fuera, este río de calles
y de puentes.
No estarás para nada,
no serás ni recuerdo,
y cuando piense en ti
pensaré un pensamiento
que oscuramente
trata de acordarse de ti.
 
Julio Cortazar 1914 - 1984
 
 



 

giovedì 17 aprile 2014

Sensational Umbria

Amo questa terra e McCurry l'ha catturata alla perfezione.



Dal 29 marzo al 5 ottobre 2014, a Perugia  cento scatti di questo maestro della fotografia ci conducono alla scoperta dell'Umbria, del suo patrimonio artistico e culturale, dei suoi paesaggi, dei suoi borghi, dei volti dei suoi abitanti.






Castelluccio di Norcia
                     Steve McCurry - Tessitura Pardi, Giano dell'Umbria


Perugia - tessitura di Giuditta Brozzoletti


L'intreccio di ordito e trama offre infinite possibilità... mi piacerebbe la mia vita somigliasse a quest'arte delicata ed affascinante. Si gioca con i colori, con i materiali più disparati, si allena la pazienza, si sperimenta l'emozione del creare con le proprie mani, affondando le proprie dita nella tradizione, tornando con il pensiero alle proprie radici. 

Erano abili le mie mani un tempo... 

L'unico appunto che posso fare a questa mostra è per l'allestimento. Avrei preferito trovarmi di fronte, almeno in parte, a fotografie vere e non solo proiettate su schermi, che oltretutto avevano una posizione poco adatta ai miei dolori cervicali.
Lo so, sono  mentalmente anche più vecchia della mia età anagrafica, ma avrei preferito un allestimento tradizionale. Questo è lo stesso motivo per cui non leggerò mai un e-book.



http://www.sensationalumbria.eu/it/




domenica 6 aprile 2014

Già trascorso un anno...

 
Più di un anno fa mi avventurai tra le pagine dei blog, seguendo un filo aggrovigliato di pensieri e di timori. Mi persi, tante erano le immagini, i pensieri, le urgenze, le condivisioni, le esternazioni trovate. Il mondo dei blog mi aveva fino a quel momento respinto, perché vi immaginavo all'interno la causa della mia solitudine. Poi ho capito che la causa di ciò era al mio fianco e la fuga nel web era solo un pretesto.
Ma ormai avevo anche io affondato i piedi in questo mare, che credevo ostile ed ho trovato per certi versi amico.
 
Aprii questa pagina senza un disegno preciso, rispondevo solo alla necessità di capire.
Oggi queste pagine rappresentano lo sguardo fuori. Guardare sempre e solo dentro di me mi ha fatto smarrire la via.
La solitudine resta, il danno oramai è fatto. Non si torna indietro. Non si guarisce più.
Però la volontà di non fermarsi resta viva. A tratti cede, ma non ha ancora abbandonato il terreno di battaglia.
Lo sguardo fuori sono i pensieri degli altri, a volte simili ai miei in modo impressionante, altre volte totalmente divergenti, ma non per questo meno utili.
 
Un anno è trascorso. Molte cose sono cambiate da allora. Molte sono ferme, bloccate, irrisolte.
La strada è lunga e non sappiamo bene cosa ci aspetta dietro alla curva, ma si deve procedere.
Occhi aperti e cuore in ascolto.
 

sabato 22 marzo 2014

Vorrà mica piovere oggi?



Equinozio arrivato solo due giorni fa e la Primavera già ci tradisce... e io che avevo pulito i vetri solo ieri, ingannata da un sole caldo ed energizzante...
E allora in attesa del Diluvio Universale ascolto Samuele e sogno Ferragosto...





Fai una chiave doppia della stessa porta,
per qualunque cosa storta si presenterà,
dopo aver comprato dei lucchetti nuovi per la tua finestra,
puoi partire, io sto qua,
a giocare tra le sponde, con le pozzanghere profonde
buttando l'amo nell'acquario della mia fantasia
Finisco sul pulmino dei miei vecchi ricordi,
ma il campo sportivo l'ha inghiottito l'edera.
Seguendo ancora il fiume attracco sul cartone,
piove e mi riparo dietro ad un'edicola
Ho della sabbia nelle tasche,
ho delle spighe sulle calze
e uno straniero che si fida della mia compagnia.
È stato un temporale pigro e passeggero,
il sole è su che brucia in cielo sulle tegole,
Ma non avevo visto mai un arcobaleno
essere centrato in pieno da una rondine...
Come un lampione che si accende in pieno giorno inutilmente,
aspetto il sasso e chi così mi spegnerà,
Con il sorriso sulla fronte, tra le pozzanghere profonde
rimango al largo
nell'acquario della mia fantasia...