lunedì 23 dicembre 2013

La poesia e il viaggio

Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
  che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.

Fernando Pessoa
 
 
Sono passati pochi anni dal giorno in cui fotografai il mio uomo con questa statua sullo sfondo e un'espressione svagata nello sguardo.
Un viaggio magico quello a Lisbona, non solo perché la città ha uno spirito unico.
Fonde in sé diversi altri luoghi, ma in realtà non assomiglia a nessuno.
Lisbona e la sua luce.
Lisbona e i suoi musicisti di strada.
Lisbona e i suoi vicoli arroccati, le sue azulejos scintillanti al sole.
Il luogo era anche simbolico per la nostra storia.
Una poesia dedicata per rapire i pensieri.
Un cammino intrapreso, trasportati dalla passione, dalla voglia di condividere brandelli di vita vera.
Poi un lungo percorso disseminato di ostacoli. Tutti caparbiamente superati.
A dispetto di ogni scommessa affrontammo le burrasche e ne uscimmo più forti.
O almeno così credevo.
Si teme la burrasca e si finisce con l'affogare nell'acqua stagnante.
Beffardo il destino...
 
 

I pezzi di una vita intera sono un po' così...
tutti diversi uno dall'altro, ma insieme compongono il quadro.
 
 
 

domenica 8 dicembre 2013

Attraversando la tempesta

"Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infine volte, come un...a danza sinistra col dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. E' qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l'altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. Devi immaginare questa tempesta di sabbia. E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. E' una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani. E' il tuo sangue, e anche sangue di altri.
Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia."
Murakami Haruki - Kafka sulla spiaggia
 
 


Amore degli occhi
che occhi hai
col tuo seno ferito
dal tuo senso del pianto
dopo aver riso e vissuto tanto
adesso che ci fai.

E lo so tu vuoi me
e hai paura di me
e mi vorresti un altro uomo,
e lo so tu vuoi me
e hai paura di me
e la parola giusta non è perdono
perché non c'è mai perdono
perché il rancore è più forte del perdono
perché il rancore è più forte di un uomo,
più forte è la malinconia
più lungo l'inverno
e la notte di più.

Amore degli occhi
che occhi avrai
quando d'affanno e d'incanto
fatto il giro del tempo
dopo aver corso e cercato tanto
ti risveglierai,
nuove cose e persone
danzeranno con te
i nuovi ritmi della vita,
sai già bene fin d'ora,
ma saprai meglio allora
che non è mai finita,
perché non è mai finita
perché se il rancore era un'altra vita
se era un altro uomo
più dolce è la malinconia
più breve l'inverno
e la notte di più.