Ci sono giorni sbagliati, in cui ti affanni e sembra che i tuoi sforzi non ti portino a concludere nulla di buono. Giorni in cui "avresti voluto non incontrare te stessa". L'impulso è il solito. Continuare a fare a fare e sistemare cose, come se il continuo affaccendarsi possa colmare il vuoto e placare l'ansia.
Oggi non ho compiuto lo stesso errore. Fuori piove da ore.
Mi abbandono sul divano e mi lascio sedurre da musica e parole.
Musiche datate ma sempre entusiasmanti.
Parole nuove di una poetessa irlandese che non conoscevo.
"E’ questa l’ora che amo: l’ora intermedia
né di qui né di là della sera.
L’aria in giardino ha il colore del tè.
E’ questo il momento in cui lavoro meglio,
salgo le scale in due stati d’animo,
in due mondi, portando stoffa o vetro,
lasciando giù qualcosa,
né di qui né di là della sera.
L’aria in giardino ha il colore del tè.
E’ questo il momento in cui lavoro meglio,
salgo le scale in due stati d’animo,
in due mondi, portando stoffa o vetro,
lasciando giù qualcosa,
prendendo con me qualcosa che avrei dovuto lasciare giù.
L’ora del cambiamento, della metamorfosi,
delle instabilità che mutano forma".
(Eavan Boland)
L’ora del cambiamento, della metamorfosi,
delle instabilità che mutano forma".
(Eavan Boland)
Eh, ma i REM sono sempre i REM...
RispondiElimina:)
bellissima poesia..:)
RispondiEliminaho anch'io quei momenti..
RispondiEliminaSì Gioia. Sempre grandi!
RispondiEliminaMalielan credo sia un impulso tipicamente femminile. Forse quei momenti dovremmo ascoltarci e capire cosa cambiare in noi o fuori di noi. A volte io ci provo.