Conoscevo Picasso per le sue opere più famose, ma non avevo mai letto la sua biografia e scopro un uomo che al genio assoluto unì anche un'assoluta incapacità di amare.
Le donne furono il centro e il fulcro di molta parte della sua produzione artistica, insieme all' impegno politico e civile, le rendeva muse immortali nelle sue tele, ma nella vita fu famelico, distruttivo ed ossessivo, incline a renderle eternamente dipendenti da lui.
Il disordine della sua vita sentimentale, "quegli amori segnati da innamoramenti
fulminei, sostituzioni celate, compresenze dolorose, abbandoni plateali, vissuti
con una dinamica così simile al suo processo creativo, fatto di "indigestioni" e
restituzioni, sono tutti nelle sue opere".
La sua è un'arte che è specchio fedele della sua realtà quotidiana, rivelazione della ricchezza, grandezza e originalità di "un genio che non rifiuta nulla, nemmeno le false apparenze, le palinodie, le contraddizioni interne, i giochi capricciosi, che insieme soggiogano, incantano, sconcertano e scoraggiano" (M. Jardot, Pablo Picasso L'opera grafica).
La sua è un'arte che è specchio fedele della sua realtà quotidiana, rivelazione della ricchezza, grandezza e originalità di "un genio che non rifiuta nulla, nemmeno le false apparenze, le palinodie, le contraddizioni interne, i giochi capricciosi, che insieme soggiogano, incantano, sconcertano e scoraggiano" (M. Jardot, Pablo Picasso L'opera grafica).
Un'ansia insaziabile, uno smisurato narcisismo, che lo portava a scrivere: "Ogni volta che cambio donna, dovrei bruciare la precedente. Così me ne sbarazzerei, e non sarebbero tutte lì a complicarmi l'esistenza. Questo forse mi ridarebbe anche la giovinezza. Si uccide la donna e si cancella il passato che essa rappresenta".
E in un certo senso in effetti bruciava le loro vite.
Fernande Olivier. Nata a Parigi nel 1881, stesso anno di nascita di Picasso, la"belle Fernande", modella e pittrice a sua volta, muore nel 1966 in povertà.
Marcelle Humbert, detta Eva, da lui appellata "ma jolie" (1885 - 1916). Innamoratissimo, fugge con lei. L'amore è molto breve poiché Marcelle muore all'improvviso nel 1916.
Olga Khokhlova (1891-1955).
Prima moglie e madre del primognito Paul.
Dopo un lungo periodo di depressione, morì completamente pazza.
Marie-Thérèse Walter (1909-1977),
giovanissima amante,
che diede alla luce la sua seconda figlia, Maya.
Si suiciderà impiccandosi quattro anni dopo la morte di Picasso.
Durante la convivenza con Marie Thérèse avviò una relazione con Dora Maar (1907-1997), un'eccellente fotografa, originalissima e molto apprezzata, e per sette anni ne farà la sua musa.
Dora è forte e Picasso la sfida: cerca di distruggere le sue certezze, i suoi punti fermi. La convince ad abbandonare l'arte della fotografia, per cui era superbamente apprezzata, fino a convincerla a darsi alla pittura per poi deriderla, non essendo in questo campo che una modesta dilettante.
Intelligente, coraggiosa, anticonformista si ritroverà in sudditanza, dominata.
Abbandonata da Picasso cadrà in depressione. Morirà suicida a 89 anni a Parigi, ventiquattro anni dopo Picasso.
Picasso, ormai sessantatreenne, nel 1944, conosce Françoise Gilot, l'allieva ventiduenne di un suo amico pittore. E' una donna giovane ed affascinante, ha classe, uno stupendo sorriso e quarantun anni meno di lui. Trova anche in lei un'ispirazione fantastica ed una carica sessuale ed artistica inesauribile. Nel '47 avranno il figlio Claude e due anni dopo la figlia Paloma.
Fu l'unica donna capace di lasciare Picasso e di sottrarsi alla sua furia distruttiva.
Disse di lui: "Per dieci anni ero vissuta nella sua ombra, consacrandomi ad alleviare le pene della sua solitudine. Ma poiché avevo capito che egli viveva in un mondo chiuso in se stesso e che la sua solitudine era totale, volevo esplorare la mia".
Picasso, ormai ultrasettantenne, non si rassegna a non avere vicino una donna. Nell'ottobre del 1952 nota la giovane Jacqueline Roque, (1927 - 1986) e per lei perde la testa.
Non si lasceranno più: Picasso morirà l'8 aprile 1973 a Mougins, all'età di 91 anni, mentre Jacqueline, che l'artista aveva sposato in gran segreto ormai ottantenne, nel 1986, si toglierà la vita.
Dopo aver letto il post, ho una nuova ragione per non amarlo.
RispondiEliminaA parte il fatto che non amo nemmeno la sua arte.
E non ne ho mai fatto mistero.
Uno uomo così avrebbe dovuto scontare la sua vita in una eterna solitudine.
In fondo lo era. Chi non è capace di amare è sempre solo. Quello che mi ha sconvolto nel leggere tutta la storia è vedere quelle donne sacrificarsi volontariamente e per tutta la vita a lui.
Eliminaa me invece il periodo blu e il periodo rosa sono sempre piaciuti. Non quello cubista per cui è maggiormente conosciuto.
Grazie di essere passata.
Qualcosa del periodo blu piace anche a me. La Bevitrice d'assenzio ad esempio. E amo l'Arlecchino incompiuto in cui ritrasse suo figlio. Onestamente "qualcosa" si salva...
EliminaCiao, grazie della visita ti seguo con piacere!!!
RispondiEliminaUn'artista così grande non poteva essere perfetto!!!
Baci
Grazie a te..
EliminaBrava e brava.
RispondiEliminaVedo che esplori, cerchi, capisci.
Che soddisfazione ragazza... :)
L'arte era una mia grande passione abbandonata nel tempo. Torno a rifugiarmi nei miei vecchi angolini consolatori, ma ho aggiunto un angolino nuovissimo. Parlo di certi blog ovviamente.
Elimina;-)